Nel corso di colloqui tenuti con diversi fratelli, pastori e familiari del Pastore Wiles (andato con il Signore pochi giorni fa, il 30 luglio 2014) abbiamo avuto il piacere di condividere ricordi ed emozioni e soprattutto rinnovare il nostro dovere di praticare e predicare Cristo, ponendolo al CENTRO dei nostri interessi e pensieri. L’intervista che segue vogliamo vederla come un tesoro prezioso. Possiamo, anzi dobbiamo tutti ereditare spiritualmente il punto cardine della predicazione del FRATELLO FILIPPO, tramite questo semplice riferimento: “L’IO SONO: COLUI in cui abita corporalmente TUTTA la pienezza della deità.” (Colossesi 2:9)
Intervista col pastore Filippo Wiles (marzo 2013) CS1-2013
di Paolo Ruggieri
E’ un privilegio per me e per la missione ACS Italia, in occasione del 28° anniversario dalla sua fondazione, potere chiedere alcune considerazioni sulla bontà del Signore e sulla Sua Fedeltà che non viene mai meno, al pastore Wiles. Infatti, abbiamo iniziato questa avventura insieme a lui e… “fin qui il Signore ci ha soccorso” (1Samuele 7:12).
Domanda: Nella prima considerazione sono vividi i ricordi del nostro timido inizio missionario, in risposta ad una mia chiara chiamata da parte del Signore, insieme a mia moglie Maria, verso i credenti perseguitati e sofferenti, ed i tuoi preziosi consigli ed incoraggiamenti per potere meglio sviluppare questa visione. Io e mio fratello Francesco avevamo bisogno di un buon consigliere che ci aiutasse a cercare la faccia del Signore e Lui ci ha indicato di rivolgerci a te e alla tua lunga esperienza ministeriale. Volevamo, infatti, iniziare bene e con un’atmosfera di preghiera. Hai dei tuoi personali ricordi a tale riguardo?
Risposta: Certo mi ricordo di quell’incontro in casa mia, quando tu hai presentato il peso del tuo cuore per i cristiani sofferenti e perseguitati. Avvertii una grande responsabilità in quello che stavo per dire, per dare un consiglio giusto. Non avrei immaginato l’estensione e le conseguenze che hanno superato ogni mia aspettativa. A Dio tutta la Gloria.
Domanda: Ho avuto la gioia di conoscere il tuo pensiero, sul nostro incontro a casa tua di quel lontano 15 maggio 1985 quando hai scritto, con mia grande gioia, la presentazione del mio libro “io e Dio”, esprimendoti così: “In quell’incontro il Signore ci infuse una sicurezza profetica per confermare la decisione, già presa da Paolo qualche mese prima, di dedicare la sua vita al servizio della chiesa sofferente…”. Oggi, dopo tanti anni, possiamo affermare che le ispirazioni profetiche hanno sempre un grande valore, quando sono da parte dello Spirito Santo. Qual è il tuo parere sull’importanza della “parola profetica” nella Chiesa di oggi?
Risposta: E’ importante. Le Scritture stesse lo attestano: “Procacciate l’amore, e cercate ardentemente i doni spirituali, ma soprattutto che profetizziate”. (1 Corinzi 14: 1).
Ringraziamo Dio dunque per ogni genuina profezia protettiva ed edificante.
“Non disprezzate le profezie”. (1 Tessalonicesi 5:20) Non pensiamo noi di creare i profeti.
Mi piace molto, ciò che dice 2 Pietro 1:21: “Nessuna profezia venne mai da volontà d’uomo, ma santi uomini di Dio hanno parlato, perché spinti dallo Spirito Santo”.
Domanda: In tutti questi anni abbiamo avuto modo di conoscerci più profondamente. Una particolare tua caratteristica, fra le altre, ci è sempre piaciuta e ci ha interessato molto. Potrei sintetizzare questa caratteristica con due parole: Messaggio e Costanza. Il tuo messaggio è sempre stato “Cristocentrico”, e questo fa la differenza… Abbiamo infatti nei decenni assistito a diverse “mode” pseudo-dottrinali, in apparenza innocenti, ma devianti dalla sana dottrina biblica. La tua costanza nella fermezza ha fatto la storia nei nostri cuori, divenendo un nostro punto di riferimento: cosa consigli ai lettori di “Cristiani Sofferenti” si possa fare per restare fedeli alla sana lettura ed applicazione della Parola di Dio?
Risposta: Dobbiamo partire dalla domanda che Gesù fece ai Suoi discepoli: “Chi dicono gli uomini che Io sia? Chi dite VOI che Io sia”?
La nostra risposta deve essere inequivocabile.
Chi è che dice : “Io sono la via, la verità e la vita…” (Giovanni 14:6) – inteso ad esclusione di ogni altra via e ogni altra cosiddetta verità e vera vita?
Chi è che dice: “Venite a me voi tutti che siete travagliati…” ? (Matteo 11:28-30)
Chi è che dice: “Senza di me non potete fare nulla” ? (Giovanni 15:5)
Chi è che dice: “Io busso alla porta se uno ode la mia voce…” ? (Apocalisse 3:20)
Chi è che dice: “Voi non avete scelto me, ma io ho scelto voi”? (Giovanni 15:16)
Chi è che dice: “Io non vi lascerò orfani”? (Giovanni 14:18-19)
L’IO SONO: COLUI in cui abita corporalmente TUTTA la pienezza della deità. (Colossesi 2:9)
Bisogna mirare ad avere un cuore ricolmo della gratitudine per l’immenso Amore di Dio che ha per noi. “Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”. (Giovanni 3:16)
“Ma Dio manifesta il suo amore verso di noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi”. (Romani 5:8)
“…e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell’amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio”. (Efesini 3:17-19)
“In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo affinché, per mezzo di lui, vivessimo. In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati”. (1 Giovanni 4:9-10)
Domanda: Predicare la Parola di Dio è stato per noi lo scopo principale della nascita di Azione per i Cristiani Sofferenti (ACS). Portarla anche “fisicamente”, trasportando le Bibbie e i Nuovi Testamenti, nelle nazioni dov’era proibito possederla (soprattutto nei paesi dell’Est, allora sotto i regimi atei), è stata la necessità logica del nostro ministero intrapreso. Come pensi che oggi possiamo sensibilizzare meglio le chiese ed i credenti ad “avere una visione missionaria” e fame per la lettura della Sua Parola?
Risposta: Innanzitutto dobbiamo riconoscere che siamo in una battaglia e dobbiamo, come dice Giosafat, prendere posizione; quale posizione? Che sono più coloro che sono con noi, che quelli contro di noi. La nostra posizione è quella che Cristo stesso ha detto: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi” (Giovanni 20:21), con la promessa che ogni potestà gli è stata data in cielo e sulla terra e “Io sarò con voi fino alla fine dell’età presente”. Questa è la chiave che apre la Scrittura e crea fame per la lettura della sua Parola. Attenzione! Gesù sgridò alcuni Giudei che investigarono le Scritture per avere la Vita Eterna per mezzo di esse, ma non volevano Gesù Cristo. (Gv. 5:39-40). Le scritture senza riconoscere Gesù non hanno senso. Lui è la Parola incarnata!
Domanda: Come Missione, e come famiglia missionaria, riteniamo di dovere esprimere una profonda riconoscenza al nostro Padre celeste per la Sua assistenza, la Sua misericordia e la Sua Provvidenza per tutte le attività che abbiamo potuto svolgere alla Sua gloria negli anni passati, e per avere avuto degli affezionati Sostenitori che, con costanza, sono stati al nostro fianco e dietro a noi in quest’opera caritatevole verso gli indigenti. Essere stati in grado di viaggiare in tutte le nazioni dell’est Europa ed aiutato finanziariamente diverse famiglie e Progetti di queste, aver potuto evangelizzare, portare aiuti umanitari, scavare dei pozzi d’acqua in India, sostenere degli evangelisti in Ucraina, costruire delle Case di Accoglienza in India, in Bielorussia e in Africa, ecc., sono state tutte esperienze che hanno forgiato molto la qualità della nostra fede e aiutato a credere realmente che “Gesù è lo stesso ieri, oggi e in eterno” (Ebrei 13:8). Ma, non vogliamo fermarci a guardare il passato. La nostra attuale sfida è lottare con fede per oggi e per domani. Fratello Filippo, se il Signore ci farà grazia, vogliamo proseguire il corso verso la Mèta, nel portare avanti questo benedetto ministero. Hai qualche parola di esortazione o di incoraggiamento da rivolgerci?
Risposta: Non possiamo essere pieni dell’amore di Dio se guardiamo continuamente agli altri.
Ci sono tre cose che tengo a sottolineare, per uno stile di vita consacrato:
Un cuore pieno di gratitudine è sempre (Efesini 5:20)
Una mente controllata dallo Spirito Santo produce Vita e Pace (Romani 8:6)
La disposizione personale di servire e non di essere servito:
“Ma per voi non dev’essere così; anzi il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve. Perché, chi è più grande, colui che è a tavola oppure colui che serve? Non è forse colui che è a tavola? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve”. (Luca 22:26-27)
Dinanzi alla Sua santità e purezza, il riscatto delle nostre anime per il Suo sangue e morte sulla croce, e risurrezione, io, tu, noi dobbiamo confessare e riconoscere che siamo salvati per mezzo della GRAZIA. La quale non possiamo trattenere per noi ma la dobbiamo trasmettere ad altri, così questo sia un desiderio ardente per ognuno di noi. Alleluja!! Siamo debitori alla Grazia di Dio: “Io son debitore tanto ai Greci quanto ai Barbari, tanto ai savî quanto agli ignoranti; ond’è che, per quanto sta in me, io son pronto ad annunziare l’Evangelo” (Romani 1:14-15).
Stiamo attenti a non cadere nella trappola di misurarci gli uni con gli altri: io sono di Paolo, io di Cefa, io di ACS! Teniamo gli occhi fissi su Gesù, capo e compitore di fede!
Umiliamoci alla presenza di Dio, nessuno può vantarsi di nulla. “Che cosa hai che non abbia ricevuto, e se l’hai ricevuto perché ti glori come se non l’avessi ricevuto?” (1 Corinzi 4:7).
“Signore di lui che ne sarà?”
la risposta: “Che t’importa, tu seguimi!” (Giovanni 21: 21-22).
Domanda: Adesso hai una buona opportunità per rivolgerti a tutta la famiglia dei nostri sostenitori e lettori. Riteniamo che la chiesa ha sempre più bisogno di due salutari parole: “discernimento” ed “equilibrio”. Quale pensi sia il messaggio o la cosa più urgente alla quale il popolo del Signore debba dare priorità assoluta?
Risposta: Mi rivolgo a tutta la famiglia di sostenitori e lettori di ACS, voglio incoraggiarvi: LA VOSTRA FATICA NON E’ VANA NEL SIGNORE. Ringraziato sia Dio per OGNI COSA (1 Tessalonicesi 5:18).
Il Signore vi benedica tutti in modo speciale te, fratello Paolo e tua moglie e a tutti i sostenitori di ACS Italia: Il vostro coinvolgimento in ACS è importante davanti a Dio. non vi sottovalutate; le vostre preghiere ed il vostro coinvolgimento sono a favore di un’Opera che trasmette il cuore compassionevole di Cristo a migliaia di persone sofferenti e disagiate.Abbracci in Gesù Cristo a voi tutti.
Filippo e Margherita Wiles
Grazie, fratello Wiles, ricordo con grande piacere il fatto di aver partecipato insieme a te a due viaggi in Bielorussia, in risposta ad un appello che avevi rivolto, circa 10 anni fa, alla nostra missione per soccorrere un Progetto in quel Paese. Ebbene, siamo ancora lì ad aiutare in diverse attività, fra le quali la formazione di una “Scuola di Cucito”. Nel dare l’onore e chi l’onore, dobbiamo ringraziare Dio anche perché tu e tua moglie, la cara sorella Margherita, nel corso di tutti i nostri Progetti non ci avete benedetto soltanto con la preghiera, ma con un vero coinvolgimento pratico e finanziario. Che il Signore continui a benedire i vostri giorni! Quante cose abbiamo imparato da voi… Grazie di cuore anche per queste tue preziose risposte nell’intervista. Saranno senz’altro di benedizione a coloro che già ti conoscono e a coloro che stanno cercando la faccia del Signore in questi giorni. Vogliamo esprimervi tutto il nostro affetto, sia come missione che come famiglia. Un abbraccio nel Vincolo di Cristo!
Paolo Ruggieri e ACS ITALIA
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